Oggi, giorno 15 dell’isolamento anticontaminazione Covid-19. Cominciamo ad essere un po’ stufi della situazione. Niente scuole, uffici, concerti, conferenze, eventi, feste con gli amici…e neanche più lezioni di yoga, anche se sappiamo che in una classe di yoga non si suda, non si sta troppo vicini (il tappetino è già a distanza di starnuto dal vicino) e appositi fazzolettini di carta per asciugarci il naso nel momento di nadi-shoddana non mancano mai.

Eppure la pratica dello yoga e della meditazione sarebbero proprio l’ideale per calmare le menti, tenere il panico a distanza – che “panicare” complica solo i fatti, non è una soluzione – aiutarci a ridare priorità alle cose che viviamo. Magari anche a scoprire cose nuove, belle o brutte non so ma cose che aiutano ad avere delle alternative.

La noia, per esempio. Ma quanto tempo è che non ci si annoia più? E come si fa ad annoiarsi, con tutto quello che dobbiamo ogni giorno fare, per dovere o piacere? Se sei piccolo la scuola lo studio il nuoto il ju jitsu la festa di compleanno e si va a sciare, al mare a Disneyland eccetera; se sei grande lavoro amici palestra yoga ritiro casa famiglia apericena tutti a nanna…

Eppure è nel buio della noia che nascono le idee, nel suo vuoto: nel suo grigio una buona idea trova spazio e terreno per crescere, non certo nella pressione del fare. Se Steve Jobs non avesse avuto pomeriggi noiosi da dedicare ai suoi esperimenti in garage…non avremmo visto nascere il nostro iphone.

Poi, finalmente possiamo provare questo smartworking , il lavoro da remoto – se ne è parlato per anni senza mai adoperarlo e guarda qui, in due settimane siamo tutti a casa davanti alle facce dei colleghi collegati (ecco perché si chiamano così!) così i meeting si fanno lo stesso. Praticare yoga è una cosa che possiamo fare, anche soli – certo, viene meglio col sostegno del gruppo che stimola e protegge – se si trova a casa un angolo per la pratica: pulito silenzioso, senza cose che distraggono, meglio se vicino a una finestra e graditissima una piccola pianta che fa compagnia. Possiamo organizzarci online e collegarci al canale youtube dell’insegnante che ci piace, non necessariamente il nostro – CityZen, Spera Yoga, JustB, Integral Yoga,  hanno una bella offerta ad esempio. Non è esattamente come essere insieme, nello stesso posto, ma è sufficiente per non perdere i benefici della pratica, per non dimenticarne la bellezza e la sua importanza.

Provare attività sconosciute, tipo leggere con calma: da nazione europea col più basso di lettori di libri vien da pensare che abbiamo dimenticato come si fa. Si può riprendere (o prendere) in mano lo Yoga Sūtra di Patanjali, il testo fondante dello yoga a si cui fa riferimento da millenni (se non lo avete letto, approfittatene: è un incredibile veicolo per aprire le porte della percezione) e con calma leggere e rileggere i quattro pāda.

O anche, semplicemente, avere pazienza: cercarla, vedere se ne abbiamo ancora, o siamo in grado di averne di nuovo. Certo, in un mondo che esalta la velocità in ogni campo, dal cibo istantaneo alle auto iperveloci (dai viaggi instant agli acquisti con un click…non è facile ma è un training necessario per vincere l’ansia, intrappolati come siamo dalla velocità che la vita richiede, a volte passiamo da una cosa all’altra senza accorgercene, l’impressione che il tempo acceleri e che i nostri pensieri stiano scorrendo troppo velocemente, come topolini in gabbia a rincorrersi la coda perchè non vedono altro.

Ed ecco che zac! …Un virus influenzale ad alta contagiosità piomba sulla Terra e sconvolge il gioco, spariglia le carte e getta l’umanità nel panico.  Tutto si ferma, tutto si blocca. Per quanto? Non lo sappiamo. Che si fa? Chi lo sa. Sappiamo che non dobbiamo uscire, viaggiare, vedersi incontrarsi. Allora…Ci vuole pazienza proprio in senso yogico. Esercitiamola, se siamo costretti ad una forzata inattività. Invochiamola, se siamo preda del panico.  Cerchiamola, se ci ricordiamo dove trovarla. Pratichiamo yoga con i suoi tempi lunghi, che con pazienza insegnano al corpo a guadagnare stabilità e lucidità e giriamo alla larga dallo yoga fast, quello del tutto subito, quello che cambia etichetta continuamente, quello ci “rende agili e snelli”.

Lo yoga ci invita a onorare le transizioni: chiederci, allungare per qualche minuto per segnare il passaggio da ciò che stavamo facendo, dove eravamo, fino a essere pienamente presenti, qui e adesso. Può sembrare scomodo ma questi spazi vuoti hanno proprietà lenitive e gradualmente rivelano soddisfazione. E finalmente arriva un attimo di sospensione da duhkha e possiamo godere del suo antidoto, sukha, la felicità o anche il vuoto che apre uno spazio, che crea spazio. E il topolino che è in noi, pacificato, ringrazia.

(Acquarelli di Nadia Safronova)

IL BICCHIERE È MEZZO PIENO: 10 COSE BUONE CHE IL CORONAVIRUS CI HA PORTATO

  1. LA NOIA
  2. LA PAZIENZA
  3. IL LAVORO DA CASA
  4. LA LETTURA
  5. IL TEMPO LIBERO
  6. NUOVA SOCIALITÁ
  7. MENO SHOPPING
  8. PIÚ YOGA A CASA
  9. RISCOPERTA DEI VIAGGI BREVI
  10. RISCOPERTA DELLA NATURA

….e il 25% in meno di emissioni di CO2 nell’atmosfera in meno di tre settimane!

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